Nel settore commerciale, l’impatto e il contributo del LIMS (Laboratory Information Management System) è notevole e il suo utilizzo ormai consolidato. Non lo stesso può dirsi per i laboratori universitari, dove il LIMS sembra ancora sottoutilizzato.

Dal 1982, quando la prima generazione di LIMS è stata introdotta sotto forma di singoli minicomputer centralizzati, sono stati fatti importanti progressi e oggi molte grandi e piccole organizzazioni in tutto il mondo utilizzano un LIMS per la gestione dei processi di laboratorio. E sebbene i LIMS abbiano avuto una storia piuttosto difficile, con molti casi di implementazioni fallite, oggi essi sono universalmente apprezzati come strumento prezioso e persino necessario nei laboratori commerciali.

Nel settore accademico, tuttavia, le cose sono andate diversamente e, con poche eccezioni, i LIMS sono ancora raramente utilizzati nell’ambito della ricerca scientifica, né vengono considerati materia di insegnamento in facoltà come Chimica, Biologia, Farmacia, Biotecnologie, per citarne solo alcune. In altre parole, i LIMS si sono sviluppati e diffusi al di fuori del mondo accademico e la maggior parte degli scienziati e ricercatori ancora oggi ignora quasi del tutto le enormi potenzialità e i benefici che questo strumento può offrire alla ricerca.

Nel passato, persino in quello recente, ciò non rappresentava un grosso problema perché le esigue quantità di dati prodotti dai laboratori potevano essere facilmente gestite con mezzi convenzionali, come ad esempio un PC o persino la carta. Oggigiorno, però, con lo sviluppo di nuove tecnologie, i dati vengono generati ad una velocità 4 o 5 volte superiore rispetto a quella di qualche anno fa, ed è perciò evidente che in questo nuovo ambiente il LIMS e altri sistemi di gestione dei dati stanno diventando assolutamente indispensabili.

Il vantaggio più evidente del LIMS per i laboratori universitari è l’accesso ai dati e alle informazioni, che sono il principale asset della ricerca scientifica. Ma nonostante l’importanza delle informazioni, i laboratori universitari continuano ad avere processi di archiviazione dei dati poco efficienti, gestione della documentazione affidata ai singoli membri del laboratorio e monitoraggio della conformità scarso, se non addirittura nullo.

Inoltre, quando uno scienziato, un ricercatore o un dottorando lascia il laboratorio, la maggior parte dei suoi campioni dovrà probabilmente essere eliminata perché spesso le etichette sono illeggibili o ambigue, i campioni non sono tracciabili e le annotazioni cartacee possono essere incomplete o non leggibili. Si tratta, come è evidente, di un enorme spreco di tempo e denaro, perché chi subentra al progetto potrebbe vedersi costretto a duplicare i campioni e a ripetere ex novo tutti i test. I LIMS possono quindi essere di grande utilità per i laboratori universitari proprio perché sono progettati per prevenire il caos della documentazione, ridurre la duplicazione degli sforzi, aumentare la produttività del laboratorio e l’accuratezza dei risultati. Tuttavia, forse, il contributo più grande che essi possono dare alla ricerca è la formazione di una nuova classe di scienziati, capaci di operare in maniera ancora più rigorosa avvalendosi di tutte le tecnologie informatiche oggi disponibili, LIMS inclusi, come strumenti indispensabili per la scienza.