Non è un segreto che i laboratori che automatizzano le proprie operazioni non solo aumentano l’efficienza e la produttività, ma anche la quota di mercato e la redditività. Nel processo di automazione dei laboratori, il LIMS gioca sicuramente un ruolo di primo piano. Ma cosa può davvero fare un LIMS? E cosa, invece, non può fare?

Cominciamo dalla seconda domanda. Un LIMS non può certamente leggervi nei pensieri né fare in modo che i vostri analisti arrivino puntuali al lavoro. Non può risolvere problemi di formazione (se non documentarli), non può far funzionare gli strumenti più velocemente, non può preparare un buon caffè (e a dire il vero, neanche uno cattivo).

A questo punto credo sarete tutti d’accordo nel concentrarci sulla prima domanda: cos’è in grado di fare davvero un LIMS? Prima di tutto può pre-registrare i campioni e tracciarli automaticamente, generare i rapporti di prova, organizzare il carico di lavoro e i dati. Un LIMS può anche ricordarvi quando siete a corto di forniture e quando le certificazioni, la formazione e gli strumenti necessitano di aggiornamenti, calibrazione o manutenzione. Può integrarsi con gli strumenti per automatizzare il processo di importazione dei dati, creare grafici di controllo e consentire all’utente di visualizzare i trend; può mostrare i dati in tempo reale su cruscotti in modo da tenervi aggiornati sulle eventuali criticità del laboratorio, può consentirvi di caricare i rilievi sul campo da dispositivi mobili.

Ma cosa distingue realmente un buon LIMS da uno cattivo? Ecco la nostra mini-guida di ispirazione cinematografica per orientarsi nel vasto mare delle offerte.

Il Buono

Un buon LIMS è basato sulle più recenti tecnologie Cloud, ha un’interfaccia grafica moderna ed ergonomica, assicura la piena conformità alle normative, è accessibile da dispositivi mobili, offre un report designer e funzionalità di Business Intelligence e garantisce i più elevati standard di sicurezza dei dati.

Il Brutto

Un brutto LIMS è tipicamente di scarsa qualità e necessita di essere integrato con Excel perché da solo non è in grado di soddisfare tutte le esigenze del laboratorio; manca di funzionalità moderne e non si basa sulle tecnologie più innovative, ha molti bug, non è aggiornato o gli aggiornamenti non funzionano, ha un’interfaccia grafica antiquata e poco intuitiva e manca di un supporto di qualità.

Il Cattivo

Un cattivo LIMS ha di solito molti costi nascosti, è soggetto ad errori e richiede una grande quantità di interazione. In genere i backup sono difficili, la condivisione dei dati è limitata e gli audit trail sono impegnativi.

Non ci resta dunque che concludere questo post richiamando la vostra attenzione su alcune regole di buon senso: nel laboratorio, come nella vita, si ottiene ciò per cui si paga. Quindi, per sperimentare con successo la selezione e l’implementazione di un LIMS, armatevi di buona volontà ed investite del tempo per conoscere la tecnologia di base dei prodotti che state selezionando e per comprenderne la proposta di valore.