Nel primo decennio del ventunesimo secolo, i designer sono stati coinvolti in un fenomeno di portata storica: nel momento in cui sempre più persone hanno iniziato ad utilizzare l’accesso ad Internet da tablet e altri dispositivi mobili, si è infatti resa evidente l’inadattabilità del design dei siti web ad una visualizzazione da schermi con più piccola risoluzione. Si sono presentate quindi due principali soluzioni: i designer avrebbero potuto creare differenti versioni di un unico design, ognuna con le proprie dimensioni stabilite; in alternativa, avrebbero potuto sviluppare un unico design, flessibile e adattabile alla forma dello schermo stesso. Quest’ultimo approccio viene chiamato “Responsive Design” o “Design Adattivo”.
Il termine Responsive Design è stato utilizzato per la prima volta dal web designer e sviluppatore Ethan Marcotte, al fine di identificare un approccio allo sviluppo che assicuri un design per la User Interface (anche detta Interfaccia Utente) adattabile alle preferenze d’uso degli utenti e ai dispositivi da loro maggiormente utilizzati. Questa metodologia non implica ipotesi circa dimensioni di schermo, finestre dei browser, o del device utilizzato dalla persona stessa, ma incoraggia un approccio versatile nei confronti dei web design adattando il loro stesso layout e struttura per soddisfare le preferenze dell’utente, senza ostacolare la loro esperienza di utilizzo del prodotto.
Ma quando ha avuto inizio tutto ciò?
Nel 1991, il CTO (Chief Technology Officer) di Xerox PARC, il dottor Mark Weiser ha redatto un articolo nel quale vengono individuate tre principali tipologie di device framework, e di conseguenza tre tipologie di piattaforme diverse:
- Tab
- Pad
- Board
Queste tipologie sono esattamente quelle che poi sono diventati i display di smartphone, tablet, schermi a parete, o grandi desktop che al giorno d’oggi siamo abituati a vedere attorno a noi. Ma siamo solo all’inizio…Ciò che aveva profetizzato il Dottor Weiser negli anni 90 è che quello che intendiamo come IT (Information Technology) si sarebbe integrato a tal punto nel nostro ambiente e nella nostra società che avremmo riconosciuto con difficoltà l’interazione con un computer nella nostra routine quotidiana. Aveva immaginato infatti che avremmo utilizzato i computer e le tecnologie IT dovunque, non più visti come meri dispositivi fisici, o come tablet e smartphone, ma come semplici strumenti utili per portare a termine il nostro lavoro, come qualcosa sulla falsa riga di un martello o una chiave inglese.
Sulla scia del futuro idealizzato dal Dottor Weiser, noi di Eusoft abbiamo reingegnerizzato il nostro Eusoft.Lab LIMS, sulla base di tecnologie che lo rendessero accessibile da qualsiasi browser e caratterizzato da una rinnovata User Interface, al fine di creare un’esperienza di utilizzo positiva da qualsiasi device.
Scopri di più partecipando al nostro evento di lancio della nuova versione di Eusoft.Lab, ti aspettiamo online il 22 giugno!