Avete mai sentito parlare di Penetration Test? Le imprese trattano e memorizzano una grande mole di dati sensibili e privati che non possono permettersi in alcun modo di perdere. Per via della quantità di dati trattati ed immagazzinati, le aziende ed i loro database, diventano i principali obiettivi per i criminali informatici di tutto il mondo. Un attacco informatico che va a buon fine potrebbe causare la perdita di affari, risorse e fiducia dei clienti in un colpo solo. Con così tanto in gioco, non c’è da meravigliarsi se la cyber security diventi una priorità assoluta per tutte le aziende moderne. Ecco perché è essenziale individuare ed adottare soluzioni efficaci per identificare le principali aree di debolezza nei sistemi IT, come i penetration test.

Che cos’è il Penetration Test?

Per una volta, possiamo affidarci ad un gergo tecnico che non ha bisogno di spiegazioni. Un test di penetrazione, noto anche come “pen test”, è un attacco informatico simulato contro i sistemi informatici per verificarne la loro vulnerabilità. Viene eseguito da hacker etici (noti anche come White Hats) con lo scopo di identificare le potenziali lacune di sicurezza nella difesa di un sistema informatico, che possono essere utilizzati dagli hacker.

Come viene svolto un Pen Test?

Il Penetration test è unico rispetto altri metodi di valutazione della sicurezza informatica, in quanto può essere adattato a qualsiasi industria o organizzazione. A seconda dell’infrastruttura e dalle attività caratteristiche di un’organizzazione, può impiegare un certo insieme di tecniche o strumenti di hacking. Ma qualunque siano le particolarità dell’azienda, il Penetration Test può essere suddiviso in cinque fasi:

  1. Ricognizione e raccolta di informazioni. Prima che un gruppo di White Hats possa intraprendere qualsiasi azione, devono essere raccolte informazioni adeguate sul potenziale bersaglio. Questa fase è fondamentale per definire la portata e gli obiettivi del test, compresi i sistemi da testare e i metodi da utilizzare.
  2. Scanning. Il passo successivo è capire come il sistema informatico target risponderà ai vari tentativi di intrusione.
  3. Ottenere l’accesso. Una volta che i dati sono stati raccolti, i tester simulano degli attacchi web più comuni come SQL Injection e Cross-Site Scripting, per sfruttare le eventuali vulnerabilità presenti. Ottenuto l’accesso al sistema, i tester tentano di riprodurre la portata del danno potenziale che potrebbe derivare da un attacco dannoso.
  4. Mantenere l’accesso. L’obiettivo di questa fase è quello di verificare se la vulnerabilità del sistema informatico può essere utilizzata per raggiungere una presenza persistente nel sistema sfruttato, ottenendo un accesso ai dati più profondo.
  5. Report sui risultati. I risultati devono essere dettagliati di modo che l’organizzazione possa recepirli.

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